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ACQUA e FUOCO

MARCO MARTALAR e TONI VENZO, scultori del legno dei boschi di cui sono ricche le zone dell’entroterra veneziano, sono due artisti molto legati alla loro terra, alle tradizioni e alle proprie radici storiche.
Questo senso di appartenenza diventa sfondo emotivo e concettuale che si esprime attraverso le loro opere.
Martalar e Venzo scolpiscono i legni degli alberi, ne ascoltano l’eco nascosto tra le fibre, creano nuove forme e
nuova vita, danno voce a messaggi destinati a viaggiare oltre lo spazio e il tempo animati dal richiamo degli antichi abitanti di queste terre.
Il collegamento geografico che la Calà del Sasso con i suoi 4444 scalini ha fatto nel passato può essere inteso anche come una connessione simbolica tra i due territori di provenienza degli scultori: l’Altopiano di Asiago e la Valbrenta.      Marco Martalar appartiene all’antica etnia del popolo cimbro, ancora oggi presente nelle zone dell’altopiano: scolpisce con la forza, l’energia e l’atmosfera misteriosa dei miti e delle leggende che appartengono ai boschi. Spesso dona al fuoco le sue opere, quasi come se attraverso un rito pagano, le stesse possano acquistare una nuova vitalità.
Toni Venzo, vive dove scorre il fiume Brenta: un fiume che attraversa una profonda valle tra cime e boschi e raggiunge poi l’apertura del mare nel litorale veneziano. Lo scorrere dell’acqua, armonioso e lento, è presente nelle linee fluide delle sue creazioni: eleganti vibrazioni che rimandano una sensazione di pace e allo stesso tempo di dinamicità come lo scrosciare dell’acqua tra i sassi del fiume.
Il FUOCO dello spirito cimbro e L’ACQUA del fiume trovano una nuova forma nei legni dei boschi delle terre di Asiago e della Valbrenta che Martalar e Venzo, con abilità, tecnica, ma soprattutto grande passione, sanno scolpire, modellare, levigare, accarezzare con la loro arte.
L’Arte, per i due scultori, non è solo un intervento sulla materia, ma è un percorso di esplorazione dentro e fuori di sè, sul senso dell’esistenza e del significato delle cose. Le loro opere parlano di esseri umani e di sensazioni, di avvenimenti e di atteggiamenti dell’uomo di fronte all’esistenza.
Il progetto artistico “ACQUA E FUOCO 4444” prende le mosse proprio dal contesto geografico e dalla sua storia. L’idea dei due scultori è di far tornare a scendere il legno dai boschi dell’Altopiano, lungo le acque del fiume fino alla laguna, ma secondo forme mutate e mutate esigenze.
In un mondo che ha ormai soddisfatto ogni suo bisogno materiale, sono i bisogni spirituali a muovere l’uomo. Il legno non scende più dalla montagna alla laguna per produrre navi e fondazioni, ma per essere testimonianza di un modo diverso, antico e nuovo, di leggere l’ambiente: non più solamente risorsa da sfruttare, ma anche ispirazione, contesto, addirittura co-autore della narrazione della bellezza.
È un percorso che oggi diventa metaforico e i due elementi ACQUA e FUOCO ci esortano a far ammainare le vele dell’immaginazione in un viaggio che trasporta con nuova linfa vitale la creazione artistica, come quei legni di un tempo che contribuirono a edificare la bellezza della Città di Venezia.


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ACQUA e FUOCO

SELVART
Associazione Artistica e Culturale